"A
Midsummer Fantasy" (1998), per ensemble di trombe con organo ad libitum.
Dati di registrazione: registrazione dal vivo, 19
settembre 1998, TrompetenEnsemble Linz.
PRESENTAZIONE DELL'AUTORE
Nell’estate 1997, mentre ero in vacanza in montagna, conobbi per caso
un membro del TrompetenEnsemble Linz, un ensemble di trombe austriaco
che si dedica particolarmente alla musica antica ed alla musica
contemporanea, e diventammo amici. Cominciammo a discutere il progetto
di un mio nuovo brano per loro, un brano che, nella mia opinione,
doveva combinare i loro due interessi principali (anche per inserirsi
bene accanto agli altri brani dei loro programmi di concerto),
cioè avrebbe dovuto combinare suggestioni tratte dalla musica
antica con la ricerca tipica della musica contemporanea.
Questa combinazione veniva incontro molto bene a quelli che erano
già i miei interessi, così dopo poco tempo iniziai a
comporre il pezzo. In effetti, da un punto di vista poetico e
stilistico, questa composizione combina suggestioni dal “Sogno di una
notte di mezza estate” di Shakespeare e dal mondo degli elfi del bosco,
così come ci viene narrato da molte fiabe, con una rivisitazione
atonale (presentata dalla prima tromba solista) dello stile tipico del
recitativo dei primi melodrammi italiani del Seicento (Monteverdi,
Caccini, che - non a caso - sono stati scelti in quanto contemporanei
di Shakespeare), ed inoltre con passaggi evocanti il ricordo di squilli
lontani, e con armonie particolarmente evocative, da considerare come
solo parzialmente derivate dalla moderna scuola francese. Anche la
distribuzione degli strumenti nello spazio, indicata sulla partitura,
ha un ruolo importante, specie nei passaggi in cui i diversi strumenti
sembrano lanciare richiami l’uno all’altro da diversi luoghi, o nel
lungo passaggio in cui il suono sembra ruotare nello spazio (batt.
44-68). Il pezzo ha due versioni un poco diverse, corrispondenti alle
due possibili configurazioni dell’Ensemble: può cioè
essere eseguito da otto trombe senza organo, oppure da sei trombe
più l’organo, versione questa in cui la mano destra
dell’organista esegue un adattamento della parte delle due restanti
trombe.
Il problema dei movimenti
armonici è stato trattato con una speciale attenzione in questo
brano, essendo il mio obiettivo - da un punto di vista esclusivamente
tecnico - quello di padroneggiare in maniera ottimale tutto ciò
che nel pezzo riguardasse l’armonia, cioè la scelta, l’uso e la
funzione degli accordi.
Così, in pratica, ho
iniziato a concepire questo pezzo parlando con un membro dell'ensemble
sulla terrazza della sua casa, nascosta nel magico scenario di una
foresta di larici, nelle Alpi, presso la frontiera tra Italia ed
Austria, un'area che amo frequentare. È stato influenzato dal
mio amore per la musica antica e per le fiabe. "Musica antica," anche
perché è il repertorio abituale di questo ensemble.
Così potrete sentire echi (e… più che echi) dei
recitativi di Monteverdi (adoro Monteverdi!), e di fanfare barocche. E
"fiabe", per l'influenza del "Sogno di una notte di mezza estate" di
Shakespeare con i suoi elfi che si chiamano l'un l'altro nella foresta,
ed anche a causa di quei particolari, evocativi accordi di grande
ricchezza timbrica. Ed anche perché c'è un "narratore
della storia", la prima tromba solista con i suoi recitativi.
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