Immagini, (1994-1996), per chitarra. Dedicato a Emanuele Segre. - I
Nel silenzio, un cristallo
(un piccolo omaggio a Webern)
- II "Ricordi? - III Musique de balafon - IV Meditazione - V Finale Dati di registrazione: registrazione dal vivo, 2 maggio 1997, Brugherio (Milano, Italia), stagione Agorarte, chitarrista Emanuele Segre. (Vai alla presentazione dell'Autore) RECENSIONI "Tra le nuove musiche
che contribuiscono numerose ad arricchire in questi anni il repertorio
chitarristico, presentiamo "Immagini",
una piccola suite in cinque movimenti di Giovanni Grosskopf, scritto
tra il 1994 e il 1996 e recentemente pubblicato dalle Edizioni
Suvini-Zerboni. (...). Si è (...) sviluppata la collaborazione
tra l'autore e il chitarrista Emanuele Segre, un incontro che ha
portato ad una fase di verifica degli aspetti tecnico-strumentali del
pezzo, sino alla prima esecuzione avvenuta all'Aia nella primavera del
1995. Nello stesso anno sono nati altri due lavori da camera nei quali
è presente la chitarra: "Lark Music" - per voce, flauto e
chitarra - e "Melodia" - per trombone, flauto e chitarra - , lo stesso
insolito organico del trio scritto dal compositore ungherese Gyorgy
Kurtag. Come annunciato, "Immagini" è un lavoro che si compone
di cinque parti molto caratterizzate e tra loro contrastanti: ogni
movimento è una sorta di studio (...) su uno specifico aspetto
della tecnica della chitarra, alla scoperta delle sue
potenzialità espressive, di colori e combinazioni timbriche
particolari (...). Il pezzo si apre con un brano intitolato "Nel
silenzio, un cristallo" (un piccolo omaggio a Webern), nel quale
Grosskopf utilizza una scrittura di derivazione seriale, dando vita ad
una polifonia delicata e trasparente: (...) si coglie un senso di
purezza e di lirismo del singolo intervallo dissonante, come molte
volte si è potuto ascoltare nella musica di Anton Webern,
così come in quella di Niccolò Castiglioni. Nel secondo
movimento, di carattere ancora lirico ma venato di malinconia, (...)
grazie alla quale prende forma, in un'atmosfera onirica, un canto
popolare norvegese: come una ninna nanna o filastrocca che il pensiero
rievoca da lontano, "Ricordi?" si esaurisce in poche battute, un sogno
che non appena prende forma già tende a svanire. La citazione di
un canto popolare non si inserisce casualmente nella musica di
Grosskopf, ma al contrario manifesta il radicato interesse di questo
compositore per la musica etnica (...). E proprio grazie alle
suggestioni prodotte da questi ascolti, nasce "Musique de balafon",
terzo episodio di "Immagini", nel quale la chitarra, attraverso l'uso
di suoni di carattere percussivo (...) si "trasforma" nel popolare
strumento centro-africano (...) e si lancia in una danza vivace ed
incalzante, che evoca l'atmosfera di un villaggio in festa. (...) Si
giunge così al quarto movimento, "Meditazione", un brano rivolto
allo studio della cantabilità e dell'espressione lirica della
melodia, nel quale l'autore mette in atto una personale ricerca
armonica che, seppur autonoma dal sistema tonale, intende dar vita con
nuove combinazioni accordali, ad un sistema armonico che sappia
assecondare ed esaltare la fisiologica alternanza di tensione e
rilassamento della melodia. Ecco come viene presentato dall'autore:
"considero "Meditazione" uno dei miei brani più riusciti in
assoluto, dato che unisce la dimostrazione che si possono comporre
melodie molto evidenti e naturali anche in ambito non tonale ad una
profonda e comunicativa espressività e ad una grande attenzione
all'uso appropriato degli accordi non tonali in sintonia con la
melodia". Un obiettivo che Grosskopf continua ora a sviluppare e
perfezionare nelle sue più recenti composizioni, ed una ricerca
che si è concretizzata anche nella realizzazione di un software
musicale per la classificazione di accordi (...), ora già in
distribuizione sulla rete telematica. La partitura si conclude con un
"Finale" dal carattere "nervoso e scalpitante, in sintonia con molti
finali della tradizione", nel quale riecheggiano trilli di violini
irlandesi, (...) (e) danzando, ritornano i ritmi del balafon, per
scomparire poi sommersi nuovamente da trilli e rasgueadi sino alla
conclusione brillante e fragorosa di quest'ultimo brano. Un lavoro
interessante, felice avvio di un rapporto di Grosskopf con il nostro
strumento che già vede la nascita di un nuovo lavoro per
chitarra sola, e che, grazie alla chiarezza della scrittura e ad un uso
calibrato di tecniche non tradizionali, può essere affrontato da
allievi del corso superiore e da giovani interpreti interessati alla
Nuova Musica."
- Elena Càsoli, chitarrista, recensione su "Il Fronimo", rivista di chitarra e liuto, 1999
"Dalla suite Immagini, per chitarra, del 1994-96,
ascoltiamo Ricordi?, Musique de Balafon e Finale, tre tempi dei 5 che
formano la Suite, brevi movimenti che bene esemplificano l'omaggio
artistico di Grosskopf alla musica etnica, omaggio che diviene gesto
fecondo, corposità di pensiero, segnali arcaici osservati con
rapimento estatico. La lontananza della memoria di Ricordi?, che pure
non è affatto un brano tipico dello stile di Grosskopf, è
resa con un gioco di armonici che toccano le note di una pentafonia di
un canto popolare norvegese. Il 2° brano richiama sonorità,
ritmi e stilemi del balafon, strumento a percussione africano simile
alla marimba. Il Finale è nervoso e scalpitante, dionisiaco,
vero e proprio tour de force per l'esecutore, costretto a
velocità e precisione assolute."
- Enrico Raggi, musicologo, Radio Vaticana, 6 Gennaio 1999 Il modo più semplice di
presentare questo brano è di riportare, ampliandole e
commentandole, le note scritte dallo stesso Emanuele Segre, il
chitarrista milanese a cui la composizione è dedicata, per il
programma di sala del 14° Festival Chitarristico Internazionale di
Busto Arsizio, una delle occasioni in cui venne eseguito. Io non sono
chitarrista, ed è stato particolarmente interessante collaborare
con lui ed imparare a poco a poco a conoscere questo strumento ed a
scrivere per esso. Questo tipo di lavoro è molto importante per
ogni compositore. Riportava il programma:"Immagini di Giovanni
Grosskopf è una piccola suite che raggruppa cinque brevi
movimenti. Il primo di questi non è tipico dello stile di
Grosskopf, ma, molto evidentemente, vuole essere un omaggio ad Anton
Webern" (il grande compositore austriaco della prima metà del
'900, dunque ormai lontano da noi, il cui stile si cerca qui in qualche
modo di riprodurre). "Il secondo e il terzo movimento esprimono appieno
l'interesse e l'attenzione del compositore verso la musica etnica:uno
di essi" (a dire il vero molto tradizionale) "trae spunto da un canto
popolare norvegese, e la struttura dell'altro è tale da
richiamare sonorità e stilemi" (cioè caratteristiche
stilistiche) "del balafon, strumento a percussione africano," (simile
alla marimba) "e della ritmica africana".
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