Sei Movimenti, per violino, violoncello, flauto, clarinetto e pianoforte (1990).

-Alba
-Nel Bosco
-Grottesco
-Berceuse
-Il Grido di Luce
-Congedo

PRESENTAZIONE DELL'AUTORE
È un pezzo che segnò per me un punto di svolta. All'epoca in cui ero ancora studente di composizione era certamente il brano più importante che avessi fatto fino a quel momento, perchè in esso avevo messo tutte le cose più belle che avevo scoperto fino ad allora, tutte le mie idee preferite,  avevo insomma per così dire tirato le somme di quello che volevo fare in musica fondendo pure varie influenze del primo '900 (soprattutto Messiaen, ma anche lo Stravinskij della Pastorale dell'Histoire du Soldat, il primo Schoenberg e Berg). Fu importante anche perché fu la mia prima composizione in forma di suite in più movimenti contrastanti, una forma che in seguito ho usato molto, ed anche perché in essa apparve per la prima volta quel tono fiabesco, quel richiamo al mondo delle favole che restò poi una caratteristica di molte mie altre composizioni.
Sei Movimenti: quasi sei diversi quadri di una indefinita storia interiore, in cui il legame tra un episodio e l'altro è puramente intuitivo e tuttavia consequenziale. Da un primo momento solenne ("Alba", la nascita di qualcosa di grande e dolce) si passa via via ad un secondo momento intimo e misterioso ("Nel bosco", dove echeggiano tra le fronde mille richiami di oscure creature non viste, resi con la ripetizione di frammenti diversi, quasi come dei versi animali ripetuti) ad un terzo violento e sarcastico ("Grottesco", che ricorda quasi… quegli uomini selvaggi delle fiabe, goffi e cattivi, che spuntano all'improvviso e ti picchiano con la clava!) ad un quarto dolente ("Berceuse", cioé ninna nanna, composta pensando alla bambina di nostri amici gravemente malata), brano che si affida quasi unicamente ad una melodia che appare chiaramente ben delineata: dunque già una scelta coraggiosa, considerando che, allora come oggi, certi "avanguardisti" proclamavano che nella musica atonale le melodie non devono essere introdotte, ed i tradizionalisti, al contrario, dicevano che la melodia in musica ci vuole, ma che non si può concepire una melodia atonale, cosa che invece io faccio continuamente), per giungere col quinto pezzo alla gioiosa ma sofferta conclusione de "Il Grido di Luce" (composto con un in mente il grido lacerante ma gioioso di uno zingarello che correva davanti alla sua roulotte in un prato vicino a casa mia, in una luce particolare), poi alla nostalgia del "Congedo", che si richiama a modi espressivi medioevali. La tecnica usata ricerca la massima essenzialità e pone grande attenzione al colore timbrico degli aggregati sonori armonici impiegati (è questa una delle prime avvisaglie di quel sistema di armonia non tonale che ho terminato di elaborare solo da poco, ma al quale penso da più di quindici anni come ad uno dei possibili sbocchi per dare una base comune oggettiva al linguaggio musicale contemporaneo).