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Il sito di GIOVANNI GROSSKOPF, compositore e pianista

A) RECENSIONI SULLA SUA MUSICA IN GENERALE

"Ho ora una collaborazione con alcuni giovani compositori italiani... Ciò che cerco è un compositore capace di avere ciò che io chiamo "il senso del giusto effetto scenico". Non ce ne sono poi così tanti. Per "senso del giusto effetto scenico", intendo persone capaci di scrivere musica con il risultato drammatico appropriato...alcuni di loro hanno molto talento ed è stato interessante collaborare con loro. Giovanni Grosskopf ha 33 anni; Carlo Boccadoro 36..."

- Emanuele Segre, chitarrista, su "the Classical Guitar Magazine", Settembre 2000

 
"Trovo la tua musica, tra l'altro, molto corroborante da ascoltare, nel bel mezzo del clangore delle "libere dissonanze" post-seriali e delle stanche, monotone idee che hanno perso fin dagli anni Sessanta la loro freschezza. Il tuo sistema di composizione è molto chiaramente diretto verso il suo fine, senza essere però fondato nella tradizione della musica tonale, e ciò significa che è espressivo senza però essere convenzionale. Mi piace soprattutto il fatto che non assalisci l'ascoltatore con nugoli di note, come è così facile che facciano i compositori inesperti, ma ti prendi un'estrema cura del fatto che ogni nota sia vitale al fine di far percepire la forma ed al fine dello sviluppo del pezzo."

- David Golightly, compositore, U.S.A., in una lettera privata, 2000

 
"...giovani compositori emergenti: Giovanni Grosskopf e Carlo Boccadoro"

- ("Sei Corde", Ottobre-Dicembre 2000)


"Giovanni Grosskopf, pianista e compositore nato vicino a Milano nel '66, ha già avuto esecuzioni di suoi brani in Olanda, Brasile, Stati Uniti, Svizzera, Italia naturalmente. Diplomato al Conservatorio di Milano in Composizione, in Pianoforte ed in Composizione Elettronica, che domina con sicurezza stupefacente, è stato uno degli allievi prediletti di Niccolò Castiglioni, mutuandone lo stesso respiro naturale, la timbrica cristallina, il senso magico e religioso del suono. Tra i suoi maestri figurano anche Pippo Molino, Donatoni e Ligeti (seminari compositivi). Da sempre interessato all'applicazione concreta dell'elettronica nella musica, ha elaborato un software che analizza e classifica gli accordi non tonali in base alla loro individuale sonorità. Grosskopf fin dalle sue prime composizioni è stato innamorato della musica etnica di tutto il mondo ed ha praticato un'indagine appassionata di certe precise caratteristiche musicali folkloriche: bellezza timbrica immediata, sincera ma tagliente, naturale e sempre nuova, tipica di quei lontani paesaggi sonori; scale microtonali, inedite modalità di produzione del suono all'aperto, naturalmente, ritmi spontaneamente irregolari ed elastici, ornamentazione delle linee, continua volontà di creare irregolarità, percepite come più naturali della regolarità, rapporto strettissimo tra maestro e allievo, intensità totale nel vivere l'evento musicale, naturalezza, spontaneità. La musica di Grosskopf eccede il luogo da cui nasce, si sporge pericolosamente verso di noi, come un atto di fraternità con la natura, secondo la bella definizione di Renzo Cresti. La musica viene a Grosskopf come foglie al vento, potremmo dire parafrasando Keats, è spontanea, sorgiva, ama la fisicità del legno che vibra, di una corda di budello sfregata o pizzicata; si mescola al mondo moderno attraverso molte citazioni etniche, ma è comunque al di fuori di qualsiasi spiegazione geografica. È musica dei nostri giorni ma che rimanda ad altro, allude, rende omaggio, contiene molto di più di quello che c'è scritto. È irriducibile a qualsiasi lettura sociologica, militante, di parte, alla lunga letture asfittiche, soffocanti. Grosskopf accoglie il suono, semplicemente, e lo fissa. Attende e interroga gli eventi sonori che gravitano intorno a lui, cattura i satelliti orbitanti e li fa ruotare nella sua atmosfera. La poesia e il talento di Grosskopf, unite a profondità di linguaggio, imprevedibilità, bellezza estetica tout court, prevedono anche l'uso di frasi melodiche liriche ed intense, molto cantabili, in un contesto armonico e melodico non tonale. Potentissima la suggestione che proviene dalla musica elettronica di Grosskopf. Eventi naturali, acqua, terra, fuoco e aria si mescolano a suoni, a richiami di uccelli e di animali, il mistero e la grandezza della natura trovano il loro spazio ideale in questo vasto contenitore formale. Grosskopf contempla lo spettacolo della natura con stupore ed occhi di bambino, reinventando sonorità e percorsi della meraviglia umana. È un mondo, quello che nasce dai suoni di Grosskopf, mai banalmente descritto, ma ricreato con l'elettronica, eppure mai freddo, mai astratto, non virtuale come oggi va di moda; al contrario, è un luogo intenso, maestoso e pieno di sacro e religioso timore. Come l'esploratore saggio di fronte alla sacra vastità della grande montagna. Quello di Grosskopf è uno stupore che diviene domanda, attesa, veglia, desiderio di conoscere sempre più profondo, desiderio inesausto di avventura, viaggio della conoscenza. La Natura non è mai ridotta, osservata solo da una angolazione: spesso è una natura leopardiana, crudele, percorsa da timore e dolore. Ma alla fine prevale comunque la contemplazione della Bellezza intravista. "Ieri non esistevo, oggi sono", dice la musica di Grosskopf. "La realtà non la faccio io, ma ne sono innamorato", sembra continuare."

- Enrico Raggi, musicologo, Radio Vaticana, 6 Gennaio 1999


B) RECENSIONI DI BRANI SPECIFICI

IMMAGINI, per chitarra sola - ASCOLTA IL BRANO
Per ordinare lo spartito:
visitate Musigramma Database, o visitate il sito dell'Editore,
oppure scrivete una email a musicmkt@musicmkt.com
precisando i DATI DI PUBBLICAZIONE DEL BRANO:
Giovanni Grosskopf, "Immagini", per chitarra sola, pubblicato da Edizioni Suvini Zerboni, Milano, Italia, 1999, Numero di catalogo: S.11445 Z.


"Tra le nuove musiche che contribuiscono numerose ad arricchire in questi anni il repertorio chitarristico, presentiamo "Immagini", una piccola suite in cinque movimenti di Giovanni Grosskopf, scritto tra il 1994 e il 1996 e recentemente pubblicato dalle Edizioni Suvini-Zerboni. (...). Si è (...) sviluppata la collaborazione tra l'autore e il chitarrista Emanuele Segre, un incontro che ha portato ad una fase di verifica degli aspetti tecnico-strumentali del pezzo, sino alla prima esecuzione avvenuta all'Aia nella primavera del 1995. Nello stesso anno sono nati altri due lavori da camera nei quali è presente la chitarra: "Lark Music" - per voce, flauto e chitarra - e "Melodia" - per trombone, flauto e chitarra - , lo stesso insolito organico del trio scritto dal compositore ungherese Gyorgy Kurtag. Come annunciato, "Immagini" è un lavoro che si compone di cinque parti molto caratterizzate e tra loro contrastanti: ogni movimento è una sorta di studio (...) su uno specifico aspetto della tecnica della chitarra, alla scoperta delle sue potenzialità espressive, di colori e combinazioni timbriche particolari (...). Il pezzo si apre con un brano intitolato "Nel silenzio, un cristallo" (un piccolo omaggio a Webern), nel quale Grosskopf utilizza una scrittura di derivazione seriale, dando vita ad una polifonia delicata e trasparente: (...) si coglie un senso di purezza e di lirismo del singolo intervallo dissonante, come molte volte si è potuto ascoltare nella musica di Anton Webern, così come in quella di Niccolò Castiglioni. Nel secondo movimento, di carattere ancora lirico ma venato di malinconia, (...) grazie alla quale prende forma, in un'atmosfera onirica, un canto popolare norvegese: come una ninna nanna o filastrocca che il pensiero rievoca da lontano, "Ricordi?" si esaurisce in poche battute, un sogno che non appena prende forma già tende a svanire. La citazione di un canto popolare non si inserisce casualmente nella musica di Grosskopf, ma al contrario manifesta il radicato interesse di questo compositore per la musica etnica (...). E proprio grazie alle suggestioni prodotte da questi ascolti, nasce "Musique de balafon", terzo episodio di "Immagini", nel quale la chitarra, attraverso l'uso di suoni di carattere percussivo (...) si "trasforma" nel popolare strumento centro-africano (...) e si lancia in una danza vivace ed incalzante, che evoca l'atmosfera di un villaggio in festa. (...) Si giunge così al quarto movimento, "Meditazione", un brano rivolto allo studio della cantabilità e dell'espressione lirica della melodia, nel quale l'autore mette in atto una personale ricerca armonica che, seppur autonoma dal sistema tonale, intende dar vita con nuove combinazioni accordali, ad un sistema armonico che sappia assecondare ed esaltare la fisiologica alternanza di tensione e rilassamento della melodia. Ecco come viene presentato dall'autore: "considero "Meditazione" uno dei miei brani più riusciti in assoluto, dato che unisce la dimostrazione che si possono comporre melodie molto evidenti e naturali anche in ambito non tonale ad una profonda e comunicativa espressività e ad una grande attenzione all'uso appropriato degli accordi non tonali in sintonia con la melodia". Un obiettivo che Grosskopf continua ora a sviluppare e perfezionare nelle sue più recenti composizioni, ed una ricerca che si è concretizzata anche nella realizzazione di un software musicale per la classificazione di accordi (...), ora già in distribuizione sulla rete telematica. La partitura si conclude con un "Finale" dal carattere "nervoso e scalpitante, in sintonia con molti finali della tradizione", nel quale riecheggiano trilli di violini irlandesi, (...) (e) danzando, ritornano i ritmi del balafon, per scomparire poi sommersi nuovamente da trilli e rasgueadi sino alla conclusione brillante e fragorosa di quest'ultimo brano. Un lavoro interessante, felice avvio di un rapporto di Grosskopf con il nostro strumento che già vede la nascita di un nuovo lavoro per chitarra sola, e che, grazie alla chiarezza della scrittura e ad un uso calibrato di tecniche non tradizionali, può essere affrontato da allievi del corso superiore e da giovani interpreti interessati alla Nuova Musica."

- Elena Càsoli, chitarrista, recensione su "Il Fronimo", rivista di chitarra e liuto, 1999


"Dalla suite Immagini, per chitarra, del 1994-96, ascoltiamo Ricordi?, Musique de Balafon e Finale, tre tempi dei 5 che formano la Suite, brevi movimenti che bene esemplificano l'omaggio artistico di Grosskopf alla musica etnica, omaggio che diviene gesto fecondo, corposità di pensiero, segnali arcaici osservati con rapimento estatico. La lontananza della memoria di Ricordi?, che pure non è affatto un brano tipico dello stile di Grosskopf, è resa con un gioco di armonici che toccano le note di una pentafonia di un canto popolare norvegese. Il 2° brano richiama sonorità, ritmi e stilemi del balafon, strumento a percussione africano simile alla marimba. Il Finale è nervoso e scalpitante, dionisiaco, vero e proprio tour de force per l'esecutore, costretto a velocità e precisione assolute."

- Enrico Raggi, musicologo, Radio Vaticana, 6 Gennaio 1999



TRE CORALI, per pianoforte -
ASCOLTA IL BRANO - ACQUISTA LA PARTITURA O IL CD (O I FILES MP3)
"La poesia e il talento di Grosskopf, unite a profondità di linguaggio, imprevedibilità, bellezza estetica tout court, prevedono anche l'uso di frasi melodiche liriche ed intense, molto cantabili, in un contesto armonico e melodico non tonale. Così accade nei suoi Corali, per pianoforte, opera del '97. La semplicità di scrittura fa pensare a Erik Satie, alle Ogives, ma la sonorità di questi Corali è assolutamente originale. Le melodie sono in parte improvvisate, ma la loro armonizzazione è studiata nei minimi dettagli. L'attenzione è infatti focalizzata sui cambiamenti di tensione delle melodie stesse, cui corrispondono identici cambiamenti di tensione negli accordi usati per accompagnare. Non una nota superflua è inserita nei Corali di Giovanni Grosskopf, profondi e semplici allo stesso tempo. Graduando la tensione, l'autore permette all'ascoltatore di recuperare una sensazione di logica consequenzialità. Grosskopf, da ormai 15 anni, studia gli accordi in base al loro grado di dissonanza, ed ha creato perfino un sistema di analisi computerizzato. Queste semplici melodie vengono esposte due volte ciascuna: la prima volta "nude", e la seconda armonizzate: l'orecchio segue il loro tragitto misurandone il peso differente ed il loro nuovo colore, traslucido e mutevole, quando entra l'armonia: musicalità, poesia, talento e tecnica si fondono splendidamente. "

- Enrico Raggi, musicologo, Radio Vaticana, 6 Gennaio 1999



I RICHIAMI DELLA GRANDE CASCATA, per nastro magnetico

"Potentissima la suggestione che proviene dalla musica elettronica di Grosskopf. Eventi naturali, acqua, terra, fuoco e aria si mescolano a suoni, a richiami di uccelli e di animali, il mistero e la grandezza della natura trovano il loro spazio ideale in questo vasto contenitore formale. Grosskopf contempla lo spettacolo della natura con stupore ed occhi di bambino, reinventando sonorità e percorsi della meraviglia umana. È un mondo, quello che nasce dai suoni di Grosskopf, mai banalmente descritto, ma ricreato con l'elettronica, eppure mai freddo, mai astratto, non virtuale come oggi va di moda; al contrario, è un luogo intenso, maestoso e pieno di sacro e religioso timore. Come l'esploratore saggio di fronte alla sacra vastità della grande montagna. I richiami della grande cascata descrive un cammino lungo il sentiero ricco di sorprese, eventi, seduzioni, timori. La forma musicale è coerente, strutturata nel tempo, prepotentemente narrativa. Racconta dell'infanzia passata dall'autore sulle Alpi. Compaiono richiami di pastori, voci umane, versi di animali, brevi motivi dell'estremo Nord europeo (anch'esse "terre alte", alla loro maniera), un lamento funebre siberiano, danze contadine. Nel brano vengono costruite anche affascinanti sonorità che sono esattamente una via di mezzo tra due suoni naturali di partenza originariamente registrati dal vivo (ad esempio, suoni intermedi tra un gorgogliare d'acqua ed una voce femminile). La Grande Cascata è simbolo di grandiosità, maestosità, di purezza: i suoni scorrono come un flusso, a mo' di cascata, appunto, evocando interminati spazi. Il brano è del '97, montato e registrato dall'autore."

- Enrico Raggi, musicologo, Radio Vaticana, 6 Gennaio 1999



A FOREST TALE, per nastro magnetico -
ASCOLTA IL BRANO - ACQUISTA LA PARTITURA O IL CD (O I FILES MP3)
"A Forest Tale è nato dall'influenza esercitata su Grosskopf dalle fiabe nordiche, dai dipinti di Theodor Kittelsen ed Erik Werenskiold, due grandi illustratori di fiabe, da quei mondi fatti di sogno e di magia, di bambini persi nel fitto della foresta al calar della sera, quando escono le creature notturne, spiriti e trolls. Il brano evoca anche lo stupore di fronte alla realtà, che sempre eccede i nostri calcoli, sempre supera le nostre misure. Quello di Grosskopf è uno stupore che diviene domanda, attesa, veglia, desiderio di conoscere sempre più profondo, desiderio inesausto di avventura, viaggio della conoscenza. La Natura non è mai ridotta, osservata solo da una angolazione: spesso è una natura leopardiana, crudele, percorsa da timore e dolore. Ma alla fine prevale comunque la contemplazione della Bellezza intravista. "Ieri non esistevo, oggi sono", dice la musica di Grosskopf. "La realtà non la faccio io, ma ne sono innamorato", sembra continuare."

- Enrico Raggi, musicologo, Radio Vaticana, 6 Gennaio 1999.


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